moffiga oggi
mattina navigando verso il lavoro chissà come mi è tornata in mente una
storiazza dei tempi dell’alma mater, quella con xyz
orsù, vi
racconto
al primo
appuntamento decido di portare la lei all’osteria dei coltelli, discreta
carognata, ‘chè da quelle bande abita una che mi piace di brutto e spero, uno,
che ci veda, e, due, che si ingelosisca
cosa che non
avviene, né la uno, e dunque manco la due (si dice conditio sine qua non? ho
fatto le industriali, sai com’è) ebbene quella sera del nostro primo
appuntamento finiamo con la macchina in un vicolo cieco, provo a fare la retro,
ma non sono mai stato capace di andare in retro
dopo aver
rischiato quelle soquante fiancate, decidiamo che ci scambiamo di posto, lei si
mette alla guida del ferro, e fuori dal vicolo cieco ognuno riprende il suo
posto originale
al secondo
appuntamento non mi ricordo dove andiamo a parare, c’è della gran folla, la
faccio scendere davanti a quel locale per prendere il tavolo
c’è che è da
quando è salita in macchina che trattengo una scorreggia, appena che lei è
scesa e mi sono allontanato un po’, alzo il volume dell’autoradio e do libero
sfogo al peto
fetidissimo
e/o pestilenziale
solo che tra
le ressa del posto non vado molto in là, lei mi raggiunge a piedi e a gesti e
volume mi dice di tirare giù il finestrino
cazzo deve
dirmi? abbò, saprò mai, con quel fetore, il finestrino non lo abbasso
si sbraccia,
urla, faccio finta di non capire,mi prende per pazzo, ma non sono pazzo, ho
solo scorreggiato, ma non lo saprà mai
‘chè
terzo
appuntamento, le dico che non funziona, mi spiace, non va, chiudiamo qua
e lei che non
prova dolore
ma che bella
storia d’amore, cazzo!